Trasferta di lavoro
Costo chilometrico auto : : cosa c'è da sapere
Valerio Gay
Team lead - Account manager
Aggiornato il
Il dipendente in trasferta ha diritto ad un rimborso cosiddetto chilometrico, funzionale alle distanze percorse per svolgere le proprie mansioni presso una sede lavorativa diversa da quella ordinaria stabilita dal contratto di assunzione. Entra in gioco il costo chilometrico auto, fattore numerico fondamentale che assieme al chilometraggio contribuisce a determinare l’importo che l’azienda è tenuta ad erogare al dipendente.
Di seguito sono elencati alcuni aspetti essenziali della disciplina, in particolar modo la definizione di costo chilometrico, il nesso con le Tabelle ACI e le modalità di calcolo del rimborso. Su un piano un po’ più ampio si affronta poi il tema della tassazione, o deducibilità.
Sommario
Costo chilometrico auto e Tabelle ACI
Il costo chilometrico auto è il costo unitario definito nelle Tabelle ACI, calcolato in base ad alcuni parametri: marca del veicolo, modello e serie del mezzo. In caso di veicolo promiscuo, ossia di proprietà aziendale ma concesso al dipendente, entra in gioco il fringe benefit annuale.
Le Tabelle ACI vengono approvate dall’Automobil Club d’Italia entro il 30 novembre di ciascun anno e pubblicate entro il 31 dicembre dal Ministero delle Finanze, con effetto dal successivo periodo d’imposta.
I costi chilometrici, ossia i coefficienti numerici in tabella, sono calcolati anche in base ai prezzi del carburante indicati dal MISE e da Metanauto. Gli importi vengono costantemente aggiornati.
Le Tabelle ACI 2023 includono 13 categorie di veicoli: benzina, gasolio, benzina/GPL e benzina/metano, ibrido/benzina e ibrido/gasolio, elettrici e ibridi/plug-in, benzina fuori produzione, gasolio fuori produzione, integrazione veicoli a gasolio fuori produzione, benzina/GPL e benzina/metano fuori produzione, ibrido/benzina e ibrido/gasolio fuori produzione, lettrici e ibridi/plug-in fuori produzione, motoveicoli e autocaravan.
Costo chilometrico auto: calcolo
L’importo del rimborso chilometrico da erogare al dipendente si ottiene moltiplicando il coefficiente numerico delle Tabelle ACI, cioè il costo chilometrico auto, per il chilometraggio percorso. In base al modello del veicolo, ad esempio una Abarth 595 1.4 Turbo T-JET 145CV, il coefficiente corrispondente è pari a 0,5082. Una trasferta di 100 chilometri comporta un rimborso chilometrico di: 0,5082 x 100 = 50,82 euro. Il rimborso così andrà richiesto all’azienda tramite compilazione dell’apposito modulo rimborso chilometrico.
Costo chilometrico auto e tassazione del rimborso
Per quanto riguarda il limite di deducibilità fiscale del rimborso chilometrico, disciplinato dall’articolo 95 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, il dipendente deve accertarsi che la propria vettura non superi 17 cavalli fiscali (auto a benzina) o i 20 cavalli fiscali (auto diesel). In altre parole, la spesa deducibile è condizionata dalla potenza del mezzo. E ancora: i costi deducibili sono relativi sia all’utilizzo di autoveicoli di proprietà, sia alle tariffe di noleggio.
Il datore di lavoro è sempre tenuto a valutare la natura fiscale della fattispecie. Se riguarda il lavoratore dipendente può essere tassato. Se i costi sono a capo all’azienda sono invece deducibili.
Il luogo della trasferta è fondamentale per capire se le indennità chilometriche sono oggetto di tassazione. Si identificano tre casi.
- Trasferta lavorativa nel comune dove ha sede l’azienda: il rimborso non è deducibile ma tassabile perché contribuisce a formare il reddito del lavoratore.
- Trasferta lavorativa oltre il comune dove ha sede l’azienda: il rimborso è esente da tassazione e deducibile.
- Trasferta lavorativa con partenza dalla residenza del lavoratore e non dalla sede aziendale: con una distanza tra destinazione e residenza maggiore rispetto a quella tra luogo di trasferta e sede aziendale, il rimborso è tassabile perché contribuisce alla formazione del reddito.
Conclusioni
Nel caso specifico del costo chilometri auto, il rimborso di competenza aziendale sembra più immediato. Basta individuare il valore numerico corrispondente al modello di veicolo e moltiplicarlo con il chilometraggio totale per individuare l’importo finale da versare al dipendente. In questo caso le Tabelle ACI semplificano parte del processo. Ma in altri casi non è così.
Spesso, ad esempio, sono necessari i giustificativi fiscali. È il caso delle spese di carburante, quando ai fini del rimborso benzina è obbligatorio che il lavoratore conservi scontrini e fatture relative ai rifornimenti. Per inciso, parliamo dell’indennità spettante al dipendente in trasferta quando anticipa i costi di benzina, diesel o metano al posto dell’azienda.
In questi casi è possibile, anzi frequente, che il dipendente dimentichi o perda i giustificativi del carburante.
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Per concludere: 3 punti chiave da ricordare
- Le Tabelle ACI includono il costo chilometrico auto, ossia il costo unitario che moltiplicato per il chilometraggio complessivo determina l’entità del rimborso chilometrico che spetta al dipendente subordinato.
- Ogni costo chilometrico equivale ad un coefficiente numerico. Esistono tanti coefficienti numerici per quanti sono i modelli contemplati dalle Tabelle ACI, che al 2022 comprende 13 categorie di veicoli.
Se il mezzo utilizzato dal dipendente in trasferta è di natura promiscua, ossia di proprietà aziendale ma concesso al lavoratore, il costo chilometrico auto da utilizzare nelle Tabelle ACI è quello del fringe benefit annuale
Valerio Gay
Valerio Gay ha acquisito un’ampia esperienza presso Weekendesk e Qonto. Attualmente Team Lead Account Manager per l’Italia a Mooncard, supporta i clienti nell’utilizzo della soluzione e facilita l’integrazione delle note spese all’interno contabilità aziendale. Appassionato di economia, contabilità e diritto, Valerio rimane aggiornato sulle ultime tendenze di mercato e regolamentazioni.