IVA

Split payment o scissione dei pagamenti

Valerio Gay

Valerio Gay

Team lead - Account manager

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Contesto di riferimento, sistema di fatturazione, sanzioni, errori ed esenzioni: nei prossimi paragrafi sono illustrati sinteticamente gli aspetti essenziali dello split payment definiti dalla normativa italiana.

Sommario

Split payment: definizione e contesto

 

 

Lo split payment si definisce anche scissione dei pagamenti dell’IVA e indica la procedura con cui il cliente procede al versamento dell’imposta sostituendosi al venditore. Il regime split è destinato agli enti della Pubblica Amministrazione e in particolare ai fornitori privati presso cui acquista beni o servizi.

 

Attraverso la scissione dei pagamenti, la Pubblica Amministrazione si sostituisce a imprese e professioni (con l’eccezione delle categorie esenti stabilite dal Decreto Dignità del 2018) e versa direttamente nelle casse dell’Erario il valore dell’imposta. Procede così in maniera alternativa alla liquidazione dell’IVA.

 

Il Ministero delle Finanze ha stilato l’elenco dei privati coinvolti nel regime dello split payment. La lista comprende lo Stato Italiano e i suoi organi, gli enti pubblici, i consorzi formati da enti pubblici, le ASL., le strutture ospedaliere, le Camere di commercio dell’industria, dell’artigianato e dell’agricoltura, le università, le società pubbliche, le società incluse nell’indice Ftse Mib e ovviamente la P.A. 

 

Lo split payment è quindi una procedura alternativa per la liquidazione dell’IVA su fattura. Trattandosi di una modalità alternativa, è bene citare alcune delle procedure fondamentali di tipo ordinario che la contraddistinguono, come il principio dell’esigibilità, la disciplina dell’acconto IVA e la pratica della liquidazione mensile o trimestrale.

 

 

Split payment e sistema di fatturazione

 

 

Per finalità relative all’evasione fiscale, la fatturazione in regime split payment deve avvenire in modalità telematica attraverso il formato XML. Il fornitore invia fattura elettronica comprensiva della percentuale e del valore dell’IVA senza attribuirle alla P.A. (il committente). Inserisce la dicitura riferita all’operazione in regime split. Il fornitore incassa il prezzo del bene o del servizio senza IVA. Il committente versa l’imposta all’Erario.

 

Precedentemente, l’IVA delle operazioni veniva utilizzata per finanziare nel breve termine le aziende a corto di liquidità. Con il venir meno di queste risorse nel tempo, il legislatore ha previsto un regime di rimborso IVA da parte delle P.A. nei confronti dei fornitori.

 

Le fatture emesse confluiscono nel registro IVA delle vendite ma l’imposta non entra a far parte del processo di liquidazione del fornitore perché è la Pubblica Amministrazione a versare l’imposta all’Erario. Gli altri passaggi fondamentali dell’intero processo sono tre. 1) La registrazione avviene nel registro IVA delle vendite e nel libro contabile. 2) Dopo il versamento della P.A., il fornitore riduce il credito nei suoi confronti e chiude il conto dell’IVA sulle vendite. 3) Al momento dell’incasso, si chiude il credito nei confronti della P.A.

 

La compilazione della fattura in regime split payment implica l’inserimento del valore S che indica la scissione del pagamento. Il codice va inserito nel settore dedicato all’Esigibilità IVA nel campo 2.2.2.8. La fattura deve contenere la firma digitale e l’invio è telematico tramite il Sistema di interscambio (SDI).

 

La fatturazione in split potrà proseguire in Italia fino al 30 giugno del 2023 dopo che la Commissione Europea ha accolto la proposta del Consiglio UE di ampliare l’autorizzazione in deroga a quanto stabilito precedentemente dalla direttiva 2006/112/CE.

 

 

Split payment: sanzioni, errori ed esenzioni

 

 

Se il fornitore registra la fattura in maniera imprecisa, applica l’IVA a carico del committente oppure omette la dicitura riferita allo split payment è prevista una sanzione secondo il D.Lgs. 471/1997 e in particolare con riferimento all’art. 9. In linea generale, percentuale e importo dell’imposta vanno inserite in fattura senza rivalsa verso il cessionario. Gli errori possono essere compensati tramite compilazione di una nota e, contestualmente, della fattura corretta. Il versamento ritardato oppure omesso dal fornitore all’Erario prevede una sanzione del 30% dell’imposta ritardata oppure omessa.

 

 

Split payment e reverse charge

 

 

Il reverse charge, o inversione contabile, prevede innanzitutto che l’IVA di una compravendita di beni o servizi venga attribuita al destinatario/cessionario della transazione piuttosto che al cedente. Tale procedura coinvolge la Pubblica Amministrazione così come accade per lo split payment. Capita che si concretizzino acquisti promiscui per i quali risulta complesso accertare quale regime debba essere applicato.

 

Se il confine tra inversione e scissione è labile, si considera la fattura promiscua come commerciale e va inserita nell’apposito registro per il valore corrispondente mentre l’intero importo va nel registro vendite. In questo modo la parte non detraibile, ossia la differenza, concorre a debito nelle liquidazioni periodiche e in pagamento dell’IVA indetraibile. Sul fonte reverse la fattura va in registro acquisti per l’importo indetraibile e nel registro vendite va inserita l’IVA integrata.

 

 

Conclusioni 

 

 

In qualità di procedura contabile, lo split payment, o scissione dei pagamenti, comporta il calcolo dell’imposta e delle relative detrazioni IVA. Errori, imprecisioni e omissioni sono frequenti e comuni: l’adozione di soluzioni gestionali innovative rappresenta il modo migliore per ovviare alle sanzioni previste per legge.

 

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Per concludere: 3 punti chiave da ricordare 

 

  • Lo split payment, o scissione dei pagamenti IVA, indica la procedura con cui il cliente procede al versamento dell’imposta sostituendosi al venditore. 
  • La Pubblica Amministrazione si sostituisce a buona parte delle imprese e professionisti versando direttamente l’IVA nelle casse dell’erario.
  • Per finalità di lotta all’evasione fiscale, la fatturazione in regime split avviene in modalità telematica attraverso il formato XML.
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Valerio Gay

Valerio Gay

Valerio Gay ha acquisito un’ampia esperienza presso Weekendesk e Qonto. Attualmente Team Lead Account Manager per l’Italia a Mooncard, supporta i clienti nell’utilizzo della soluzione e facilita l’integrazione delle note spese all’interno contabilità aziendale. Appassionato di economia, contabilità e diritto, Valerio rimane aggiornato sulle ultime tendenze di mercato e regolamentazioni.